Come è andato il primo giorno del Papa in Irlanda

Papa Francesco, come si dice, ci ha messo la faccia. La Chiesa si è data nuove regole per garantire la sicurezza dei bambini e delle persone indifese ma decenni di disattenzione colpevole al tema degli abusi hanno creato un distacco tra la gente e le istituzioni ecclesiastiche. Così al suo arrivo a Dublino il Papa non ha trovato un clima festoso, anzi l’accoglienza all’aeroporto e il successivo incontro con le autorità sono stati piuttosto freddini.

Anche il premier Leo Varadkar ha rivolto al Papa parole formalmente gentili ma alla fine piuttosto dure, sollecitando un maggiore impegno della Chiesa nella lotta contro gli abusi. Francesco ha replicato con la disarmante ammissione del dolore e della vergogna che egli stesso ha confidato di provare personalmente e quella frase fuori testo che resterà nella storia del suo viaggio in Irlanda: “la Chiesa deve eliminare questo flagello ad ogni costo”.

Grazie anche alla lealtà che c’è si avverte dietro alle dichiarazioni, conclusa la parte ufficiale della visita il clima attorno al Papa è cambiato. Ed è arrivata anche una folla (non grandissima) a salutarne il passaggio per strada, quando dalla Procattedrale di St. Mary si è’ recato a incontrare le famiglie senza tetto al Centro di accoglienza dei padri cappuccini.

E nel dialogo con le coppie di fidanzati e di nonni il Pontefice ha spesso abbandonato il testo scritto per aggiungere considerazioni e battute che hanno alleggerito l’incontro ma soprattutto lo hanno reso più familiare. Francesco ha prima di tutto ringraziato le coppie presenti perché smentivano il luogo comune della fuga dal “per sempre”, che se anche spaventa qualcuno rappresenta però la condizione necessaria affinché l’amore sia fecondo.

“Stiamo perdendo la capacità di amare”

 “Qualche mese fa – ha raccontato il Papa – qualcuno mi ha detto che stiamo perdendo la nostra capacità di amare. Lentamente ma decisamente stiamo dimenticando il linguaggio diretto di una carezza, la forza della tenerezza. Non ci potrà essere una rivoluzione di amore senza la rivoluzione della tenerezza! Col vostro esempio, possano i vostri figli essere guidati a diventare una generazione piu premurosa, amorevole, ricca di fede, per il rinnovamento della Chiesa e di tutta la società irlandese”.

“Certamente – ha continuato Francesco – dobbiamo riconoscere che oggi non siamo abituati a qualcosa che realmente dura per tutta la vita. Se sento che ho fame o sete, posso nutrirmi, ma la mia sensazione di essere sazio non dura nemmeno un giorno. Se ho un lavoro, so che potrei perderlo contro la mia volontà o che potrei dover scegliere una carriera diversa. È difficile persino star dietro al mondo, in quanto tutto intorno a noi cambia, le persone vanno e vengono nelle nostre vite, le promesse vengono fatte ma spesso sono infrante o lasciate incompiute. Forse quello che mi state chiedendo è in realtà qualcosa di ancora più fondamentale”.

“Non c’è davvero niente di prezioso che possa durare? Neanche l’amore?”, si è chiesto allora il Papa. “Sappiamo – ha osservato – com’è facile oggi rimanere prigionieri della cultura del provvisorio, dell’effimero. Questa cultura aggredisce le radici stesse dei nostri processi di maturazione, della nostra crescita nella speranza e nell’amore. Come possiamo sperimentare, in questa cultura dell’effimero, ciò che veramente dura? Ecco quello che vorrei dirvi. Tra tutte le forme dell’umana fecondità, il matrimonio è unico.

 

E’ un amore che dà origine a una nuova vita. Implica la mutua responsabilità nel trasmettere il dono divino della vita e offre un ambiente stabile nel quale la nuova vita puo’ crescere e fiorire”. Commovente, infine, è stato l’incontro del Papa con le famiglie senza tetto che trovano aiuto dai frati cappuccini.

Un’ora e mezza con le vittime dei pedofili

Papa Francesco ha incontrato poi a Dublino per un’ora e mezza otto irlandesi sopravvissuti ad abusi sessuali compiuti da ecclesiastici. Lo ha reso noto il portavoce vaticano Greg Burke.Tra i presenti c’erano la signora Marie Collins, il reverendo Patrick McCafferty, il reverendo Joe McDonald, Damian O’Farrell, Paul Jude Redmond, Clodagh Malone e Bernadette Fahy. Un sopravvissuto, vittima di P. Tony Walsh, ha preferito rimanere anonimo.

Poi il bagno di folla al Croke Park Stadium dove Andrea Bocelli ha cantato l’Ave Maria per il pontefice e i 40 mila fedeli che hanno partecipato all’Incontro Mondiale delle Famiglie. Accanto al Papa l’arcivescovo di Dublino e primate d’Irlanda, Diarmuid Martin e il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.

Prima di Bocelli ci sono stati danze, canti, l’intervento di una fedele irlandese e le testimonianze di 5 famiglie provenienti dall’India, dal Canada, dall’Iraq, dall’Irlanda e dal Burkina Faso.